Nella mente dei tifosi rossoneri ci saranno sempre due date da associare alla sfida con il Barcellona. Due serate di gloria, legate a quel Milan così bello e travolgente che non aveva rivali, italianissimo in difesa, ricco di talenti stranieri davanti.
La prima è il 7 dicembre del 1989, il ritorno della Supercoppa Europea che vedeva i ragazzi di Sacchi vincitori in Coppa Campioni opposti ai catalani che avevano trionfato in Coppa delle Coppe. Dopo l’andata terminata in pareggio, il gol decisivo fu segnato da Evani, lo stesso che dieci giorni dopo regalerà ai rossoneri la Coppa Intercontinentale. Quel momento è legato ad alcuni campioni mai dimenticati, alcuni dei quali ritroviamo nella seconda data storica.
Il 18 maggio 1994 ad Atene le due squadre si affrontarono in finale di Coppa Campioni. C’erano ancora Tassotti, Donadoni, Maldini, vere”bandiere” degli anni ’80 e ’90. Fu un trionfo, proprio nella città che tredici anni dopo vedrà di nuovo i rossoneri campioni d’ Europa. Un 4 a 0 sonoro rifilato agli azulgrana e Capello ad alzare il trofeo, di sicuro la finale più bella disputata dal Milan dell’era moderna.
Quella generazione di talenti è entrata nella storia del calcio. Maldini, Baresi, Gullit, Van Basten e gli altri hanno scritto una pagina di vera leggenda.
Oggi chi gioca il calcio più bello del mondo è il Barcellona. Tre Champions League vinte negli ultimi sei anni, un modulo aggressivo, un 4-3-3 che a volte diventa 3-5-2, cambi di gioco a tagliare il campo in diagonale o in verticale eseguiti a una velocità impressionante. La squadra non ha risentito del cambio di allenatore: dopo Guardiola è arrivato Tito Vilanova, un uomo abituato a lottare anche fuori dal campo, visto che ha affrontato un tumore per ben due volte. Allenatore vincente, giocatori vincenti. Nella rosa dei catalani ci sono alcuni degli atleti più forti del mondo: Fabregas, Dani Alves, Piqué, Iniesta, Sànchez, Xavi, Puyol. E soprattutto c’è Lionel Messi.
Il talento argentino ha vinto il suo quarto Pallone d’Oro consecutivo, evento mai accaduto nella storia del premio. Ma nonostante i successi raccolti non è ancora sazio. E’ uno di quei calciatori, sempre più rari, che giocano innanzitutto per divertirsi. Tecnicamente non gli manca nulla, dal tiro al dribbling. Tatticamente si intende alla perfezione coi compagni e si adatta ad ogni schema. Fisicamente, rimedia a un fisico gracile con l’energia del lottatore. Se occorre, non ci pensa due volte a commettere fallo. Chi è invidioso di lui lo attacca sulla bassa statura, come ha fatto Ibrahimovic di recente (complimenti per la classe!), ma mentre lo svedese è rimasto a secco di trofei internazionali, la “pulce” continua a mietere successi ovunque. Fermarlo è praticamente impossibile: bisogna effettuare un pressing alto e sperare che la fortuna aiuti i difensori.
Non sarà facile, per gli uomini di Allegri, conseguire un risultato utile. Il gruppo si sta formando, è pieno di giovani con poca esperienza internazionale. Chi ha battuto gli azulgrana spesso è ricorso a una difesa ad oltranza, a un “non gioco”, che nel caso del Chelsea nella semifinale 2012 è valso il passaggio del turno. Allegri dovrà decidere se barricarsi, sperando in un super Abbiati, oppure tentare di sorprendere gli avversari con la fantasia e la velocità di El Shaarawi. Un vero peccato per il tecnico non poter utilizzare Balotelli: un suo colpo di genio avrebbe potuto mettere la partita in discesa!
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